CONOSCERE IL DOLORE
Il dolore rappresenta una sensazione sgradevole, spesso è così grave o persiste nel tempo tanto da stravolgere la vita quotidiana.
Un malato tende a riferire alcuni sintomi, quali aumento della temperatura, difficoltà a respirare, sensazione di aumento del numero dei battiti cardiaci e cosi via, sempre con molta precisione, ma quando deve riferire al proprio medico il disagio provocato dal dolore ha la sensazione che nessun aggettivo possa spiegare completamente la propria sofferenza. Spesso, il malato tende addirittura a non riferire più una sofferenza cronica avendo perso la speranza che esista una medicina capace di ottenere il completo sollievo dal dolore.
Oggi anche una legge (n.38 del 15 Marzo 2010) sostiene che ogni cittadino ha il diritto di evitare la sofferenza inutile. Medico e Malato, insieme, possono combattere il dolore! Il primo passo verso questa lotta è quello di comprendere il dolore per poi aderire alle cure con maggiore consapevolezza. Il Malato edW il Medico, dunque, sono alleati contro il dolore e le Medicine rappresentano la loro arma.
CONOSCERE LE CURE E GESTIRLE AIUTA A SCONFIGGERE IL DOLORE
Il dolore è una sensazione spiacevole che origina da una zona del nostro corpo dove si è verificato un problema. Questo “allarme” è immediatamente trasmesso a una sorta di “centrale operativa” (il sistema nervoso centrale), attraverso un sistema di cavi elettrici (le fibre nervose), affinché il messaggio sia decodificato ed elaborato – in modo più o meno consapevole – per attuare le misure più adeguate a risolvere il problema.
QUANDO IL DOLORE E’ UTILE E QUANDO E’ INUTILE
Possiamo dire che almeno all’inizio il dolore è sempre utile, perché ci permette di accorgerci che “qualcosa non va” e ci invita a cercare di rimediare e magari a correggere in tempo un problema. Tuttavia in alcune situazioni il dolore è assolutamente inutile e dannoso. È inutile, per esempio, quando è conseguente a interventi chirurgici od a una malattia cronica già scoperta. In generale, è considerato inutile quando è conseguente a interventi chirurgici od a una malattia cronica già scoperta. In generale, è considerato inutile nelle forme più gravi delle malattie delle articolazioni (artrosi e artriti), nei tumori, nelle malattie dei nervi e così via. Avere dolore vuol dire potersi muovere poco, o per nulla, perdere il sonno, essere stanchi, irritabili e depressi, lavorare male, non desiderare una vita sociale, evitare gli amici ed i familiari. In queste condizioni si può perdere la gioia di vivere
DOLORE ACUTO E CRONICO
Se un dolore dura per breve tempo viene definito “acuto”, se invece dura a lungo (magari con periodi di benessere che si alternano a fasi di riacutizzazioni), si definisce “cronico”.
È evidente che il dolore acuto (come nel caso di una ferita) ha una funzione difensiva, volta a evitare nuovi stimoli pericolosi. Il dolore acuto è quindi soprattutto un sintomo che ci indirizza a curare una malattia.
Il dolore cronico può rappresentare di per sé una malattia. Il suo messaggio ha infatti perso la funzione di sintomo, non serve più a farci fuggire da un pericolo ed è diventato esso stesso un problema da curare.
La cura del dolore può essere pertanto molto diversa a seconda che si tratti di un dolore acuto o di un dolore cronico. Per esempio, è normale che l’approccio al dolore cronico preveda farmaci capaci di controllare il disturbo per lunghi periodi e che abbiano anche effetti positivi sugli aspetti di ansia e depressione che, come abbiamo detto, spesso accompagnano questo tipo di sofferenza.
Per scaricare il manuale sulla Terapia del Dolore realizzato dalla Fondazione Alitti clicca su una delle quattro icone qui sotto: